mercoledì 24 settembre 2014

"NON E' UN PAESE PER VECCHI" di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy realizza un vero capolavoro: dialoghi serrati, scene che scorrono veloci e coinvolgimento totale. Non si sofferma troppo sulla forma della scrittura, sui fronzoli...va dritto al cuore di ciò che vuole raccontare, senza giri di parole.

"Non è un paese per vecchi" è un libro che, al di là della crudezza e della follia della vicenda, nasconde una morale, la quale si evince attraverso le gesta di Llewelyn Moss, che un giorno si imbatte in una borsa piena zeppa di dollari, Anton Chigurh, killer tanto spietato quanto flemmatico, e Tom Bell, vecchio sceriffo che tenta di salvare il protagonista dall'incredibile guaio in cui si è cacciato. 
Gli avvenimenti dei tre personaggi sono intervallati dal flusso di coscienza dello sceriffo: riflessioni profonde e a tratti commoventi, attraverso le quale riusciamo a capire la morale che Cormac vuole impartire: il passato incide sulle azioni presenti e future di tutti noi più di quanto pensiamo o speriamo. Siamo tutti figli di ciò che abbiamo fatto, vissuto, amato e odiato.

"Tu credi che quando ti svegli la mattina quello che è successo ieri non conta. Invece è l'unica cosa che conta. La tua vita è fatta dei giorni che hai vissuto. Non c'è altro. Magari pensi di poter scappare via e cambiare nome o non so cosa, di ricominciare daccapo. E poi una mattina ti svegli, guardi il soffitto, e indovina chi è la persona sdraiata nel letto?"

Lo scrittore americano, con dialoghi immediati e talvolta molto crudi, fa arrivare al lettore quella che è la sua opinione sul mondo di oggi:  una società dove la violenza è diffusa e ingiustificata...quasi fosse normalità. Una perdita di principi e moralità che non porterà a niente di buono. Il mondo è cambiato talmente in fretta rispetto a quando lo sceriffo era giovane che quest'ultimo non è riuscito ad adattarsi a tali cambiamenti. Non riesce a spiegarsi il perché delle incredibili situazioni alle quali si trova ad assistere...troppo spesso in una situazione di impotenza.

Chigurh è senza dubbio il personaggio più affascinante: psicopatico, calmo, determinato e conciso. Ha i suoi principi e li segue fino alla fine. E' probabilmente l'unico soggetto del libro ad avere una sua morale, seppur discutibile. La sua personalità appare chiara con questa semplice frase: "Io non ho nemici. Non permetto che esistano".