"GRAND BUDAPEST HOTEL" di Wes Anderson
Film particolare, veloce e sicuramente eccentrico. Il regista in questa sua ottava fatica dà al lungometraggio un umorismo sottile, che spesso strappa un sorriso allo spettatore. Per due ore si è catapultati in un mondo irreale dove è impossibile non partecipare alle avventure dei protagonisti. Wes Anderson riesce a rendere verosimile anche la scena più assurda, inserendola in un contesto curato nei minimi dettagli, con una perfetta scrittura di dialoghi e un'atmosfera colorata, mix tra vignetta e novella.
Il film può apparire a prima occhiata una parata di stelle messe lì per far scena, invece non è così: i personaggi e gli elementi si integrano in modo efficace grazie alla maestria del regista texano. Degna di nota l'interpretazione di Ralph Fiennes, personaggio sempre pronto alla battuta e con spiccato senso dell'umorismo.
Il ritmo incalzante dà a chi guarda quasi la sensazione di essere insieme a Monsieur Gustave e Zero.
"Grand Budapest Hotel", però, non è soltanto una commedia: la pellicola attraversa una cinquantina d'anni, mostrando le dittature dell'Est e l'intolleranza del Nazismo.
Per tutti questi motivi, il film non soltanto diverte ma offre anche allo spettatore la possibilità di riflettere sui mali che hanno attanagliato la nostra società.
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