mercoledì 1 aprile 2015

"LA MUSICA NEL CUORE" di Kirsten Sheridan

Per un attimo ho temuto il peggio, lo confesso. Nell'ultimo periodo ho visto molti film, e in tutti ci ritrovavo la genialità del regista e la bravura degli attori, ed ho avuto il forte timore di aver perso il mio senso critico. Questo fino a ieri sera! Mi è capitata tra le mani "La musica nel cuore", pellicola datata 2007, ed ho trovato molti spunti per muovere critiche.
Premettendo che quello in questione è un buon film e senza dubbio si basa su una bella idea, ci sono alcune cose che potevano (dovevano?) essere differenti e migliori.
Kirsten Sheridan ci racconta la storia di due ragazzi, Louis (Jonathan Rhys-Meyerse Lyla (Keri Russell), che si conoscono ad una festa nell'attraente New York. I due sono accomunati dalla passione per la musica (lui è chitarrista/cantante mentre lei è violoncellista), si piacciono e trascorrono la notte insieme. 
In questo momento abbiamo la prima cosa che non torna: il padre, la mattina seguente, costringe Lyla a ripartire e lasciare così il ragazzo conosciuto qualche ora prima, il quale va sotto l'albergo della ragazza, dimostrando di tenere a lei. Ed io mi chiedo: ma se Lyla avesse provato qualcosa di vero per Louis, non avrebbe fatto resistenza? Non avrebbe disobbedito al padre? E non sarebbe rimasta con il giovane cantante? La ragazza non sembra in così tenera età da non poter respingere un ordine del padre, né cosi giovane da non poter lavorare e mantenersi da sola. 
Andiamo avanti...I due, nonostante la dimostrazione di interesse (amore?) da parte di lui, non si vedranno per ben 11 anni. In questo arco di tempo, Louis smette di suonare (perché?) e Lyla scopre di essere incinta (di Louis, naturalmente). La ragazza ha un incidente fuori dal ristorante dopo una discussione con l'autoritario padre e perde (apparentemente) il figlio che portava in grembo. 
E qui ho due punti interrogativi: primo, perché Louis smette di suonare? I due hanno consumato una notte d'amore soltanto, non si conoscono, lui non ha mai suonato per lei o davanti a lei. Perché dovrebbe collegare la passione di una vita con una ragazza conosciuta e persa in meno di ventiquattro ore?
Secondo, perché i due stanno undici anni senza vedersi, nonostante Lyla sapesse dell'interesse di Louis? Se ciò che la regista irlandese vuole propinarci è una storia d'amore, la protagonista femminile dovrebbe mostrare in qualche modo il suo sentimento per l'altro. Qualcuno potrebbe dire che il suo modo per dimostrare ciò che prova è la cessazione dell'attività musicale, ma sbaglierebbe. La sua è una reazione alla (presunta) perdita del figlio, che indubbiamente fa cambiare qualcosa dentro di lei. In nessun momento del film traspare il desiderio di Lyla per Louis. Sembra piuttosto una storia d'amore a senso unico, dove il ragazzo continua (senza motivo, a mio parere) a pensare a lei, ma non viceversa. 
Nel corso degli undici anni vissuti separati, Louis (ovviamente) trova un'altra ragazza: bionda, carina, somigliante a Lyla. Nel film vorrebbero farci credere che la storia con lei finisce perché lui pensa ancora alla notte newyorkese del decennio prima, ma come è possibile? I due non si conoscono neanche, è impensabile che possa notare una qualche differenza tra le due ragazze. Tutto per arrivare alla conclusione che, a mio modesto parere, tra i due dovesse esserci almeno una storiella (interrotta evidentemente per un motivo che non fosse il padre), altrimenti gli avvenimenti successivi sono privi di una logica. 
Siamo d'accordo che il film corre su binari di fantasia e sogno (potremmo infatti chiederci come può il bambino nato dalla loro unione essere un fenomeno musicale, non solo con uno strumento ma con tutti quelli che gli capitano a tiro, senza bisogno di lezioni, di studiare ecc..), ma credo costasse poco creare una narrazione più reale, in cui la componente romantica fosse accompagnata anche da quella razionale. 
Concludo, infine, sulla scena di chiusura della pellicola: Louis e Lyla si rincontrano, dopo undici anni, al concerto del figlio. Lui prende la sua mano dopo averla vista e seguita in mezzo ad una grande folla di spettatori, e la ragazza ha una reazione del tutto inadeguata al momento: lo guarda e gli fa un sorriso che, dopo le vicende narrate, non ha alcun senso. Come non è spiegabile del resto come possa Louis capire, senza che nessuno glielo dica, che quello sul palco è suo figlio.
Sono assolutamente aperto a lungometraggi narranti amore, romanticismo e vicende fantasiose, ma ho la sensazione che la Sheridan abbia esagerato, o meglio, abbia peccato di scarsa voglia di elaborare una idea che poteva senz'altro portare ad un ottimo prodotto finale.


Le note più liete vengono da Freddie Highmore, capace di appassionare e intenerire in molte occasioni, e dalla presenza di Robin Williams, il quale, nonostante ricopra un ruolo non positivo all'interno del film, riesce sempre ad ispirare simpatia e a strappare un sorriso al pubblico.
Peccato, un film carino, ma niente di più.

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